Come in ogni processo di digitalizzazione che ci permette di registrare i fenomeni della vita quotidiana per poi riprodurli o utilizzarli tramite i dispositivi elettronici, la digitalizzazione delle immagini esegue innanzitutto un processo di discretizzazione.
Tramite micro sensori ultra tecnologici, l'immagine reale (definita analogica) viene scomposta in tantissimi minuscoli quadrati diventando
Più piccoli saranno i quadratini e maggiormente si riuscirà ad "ingannare" l'occhio umano che percepirà l'immagine come reale.
Il numero dei quadrati rappresenta la risoluzione dell'immagine digitale.
Per analizzare il grado di qualità della riproduzione è sufficiente ingrandire l'immagine su qualsiasi dispositivo fino a vedere i quadrati (detti pixel).
Questi pixel sono quadrati perfetti di colore uniforme.
Anche il colore del pixel è stato assegnato secondo un processo di discretizzazione ed è quello più vicino al colore reale, ma appartenente ad una tavolozza limitata.
Infatti il numero dei colori dell'immagine digitale è vincolato alle caratteristiche del sensore che registra l'informazione e spesso dalle impostazioni di salvataggio.
Insieme alla risoluzione, il numero dei colori della tavolozza determina le dimensioni del file, ovvero il pacchetto di informazioni relative all'immagine.
Un'immagine di dimensioni 4.000×3.000 pixel ha dimensione 12 megapixel; se questa è la risoluzione massima della vostra fotocamera, la troverete indicata tra le specifiche tecniche.
Se la risoluzione in pixel si calcola moltiplicando base per altezza, per determinare l'ingombro del file immagine bisognerà moltiplicare ulteriormente questo valore per la terza dimensione, definita profondità come in tutti i sistemi cartesiani tridimensionali.
Questa è costituita dal numero massimo di valori che può assumere il colore di ogni singolo pixel.
Nel caso di una scala RGB (red green blue) il numero di colori sarà di 24bit, scomposto a sua volta in 8bit per ciascun colore.
Per non saturare lo spazio di archiviazione, spesso si decide di ridurre la risoluzione in fase di acquisizione.
Questo vuol dire perdere il dettaglio nel caso in cui si volesse ritagliare una zona particolare, oppure si dovesse riprodurre l'immagine su supporti di grandi dimensioni.
L'immagine nel particolare apparirà sgranata oppure sfocata, comunque approssimata rispetto alla realtà.
Per gli usi professionali si tende a scattare alla massima risoluzione consentita della fotocamera.
Eventuali riduzioni qualitative verranno effettuate nelle fasi di elaborazione successive.
Se una stampa su poster richiede un'immagine di grandi dimensioni, ci sono situazioni in cui è preferibile che le dimensioni del file siano ridotte al minimo accettabile;
nei siti web ad esempio, dove la velocità di caricamento della pagina è un parametro discriminante, è preferibile che tutti i contenuti siano "leggeri".
Per alleggerire i file delle immagini sono stati ideati diversi formati di salvataggio che permettono di comprimere le informazioni mantenendo costante la risoluzione.
Queste opzioni di salvataggio sono già disponibili in fase di acquisizione, infatti sulla fotocamera spesso si può scegliere di salvare in formato raw o jpeg ed anche il livello di qualità, solitamente High, Medium o Low.
A proposito di pagine internet, oltre alle immagini acquisite da dispositivi si può trovare un altro tipo di file;
si tratta di immagini create in laboratorio: forme più o meno complesse costituite da linee e figure geometriche caratterizzate da coordinate e sviluppi matematici.
Se le immagini acquisite dette "raster" (reticolo) sono costituite da una griglia più o meno fitta di pixel, queste immagini definite "vettoriali" hanno due grossi pregi: sono leggerissime e hanno risoluzione infinita.
Un esempio di immagine vettoriale è costituita dai font, ovvero i caratteri di scrittura visualizzati sui display; quando aprite una pagina internet sono, per la loro leggerezza, i primi ad essere visualizzati; ingrandendo la schermata si noterà che la qualità non viene alterata.
I disegni realizzati con software CAD 2D e 3D utilizzano la stessa tecnica delle immagini vettoriali.
Se le immagini vettoriali possono essere riprodotte alla massima risoluzione del dispositivo di output (display, stampante, proiettore, etc.), per ottimizzare la resa nella riproduzione delle immagini raster è necessario introdurre i concetti di dpi e ppi, ovvero la quantità di punti per pollice o pixel per pollice.
I principali software utilizzati per l'elaborazione professionale delle immagini sono marcati Adobe; si tratta di Adobe Photoshop per le immagini raster e Adobe Illustrator per gestire le immagini vettoriali.