Cos'è lo SMART WORKING (lavoro agile)

di Giorgio Davanzo

Si parla sempre più spesso di smart working; vediamo di capire di cosa si tratta.


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Cos'è lo smart working

Quando sentiamo parlare di smart working, ci immaginiamo una persona che lavora da casa comodamente sdraiata sul divano;
in pigiama risponde al telefono, legge le email, esegue operazioni gestionali dal pc portatile o addirittura dallo smartphone. Tra un'operazione e l'altra sbriga le faccende di casa riuscendo a percepire lo stipendio pieno.
Senza doversi obbligatoriamente alzare all'alba tutte le mattine per mettersi in coda in auto per recarsi a sopportare il collega prepotente o il superiore lunatico.


Forse in origine era così.
Se inizialmente lo smart working doveva permettere ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni di svolgere l'attività lavorativa e contemporaneamente adempiere ai doveri familiari, oggi, lo smart working nelle aziende vuol dire tutt'altro.

Il vero significato dello smart working dovrebbe essere quello del raggiungimento dell'obiettivo indipendentemente dalle modalità di svolgimento delle funzioni. Si lascia all'operatore la libertà di organizzare la propria attività articolandola magari nell'arco delle 24 ore al posto delle 8 canoniche.

Smart working o telelavoro?

In molti casi sarebbe più corretto parlare di telelavoro, ovvero lo svolgimento della normale attività lavorativa da postazioni remote, tipo da casa tramite l'utilizzo di attrezzature e software specifici.
Ad esempio se la persona in sede svolge il suo lavoro al computer, farà lo stesso utilizzando il computer a casa.
L'attività lavorativa avverrà nel normale orario di lavoro e dovrà essere equivalente al lavoro svolto in azienda.
Scadute le ore lavorative il dipendente è libero di scollegare i dispositivi e dedicarsi ad altro.
Smart working o telelavoro hanno in comune gli strumenti di lavoro: computer, tablet o smartphone devono disporre di una connessione in grado di permettere l'esecuzione di applicazioni remote o teleconferenze.
Oltre alle normali telefonate, software per la comunicazione istantanea o differita (chat o email) permettono di intervenire tempestivamente e condividere messaggi e documenti.

Chi può svolgere lo smart working?

Che si tratti di società di servizi oppure aziende di produzione, tutte o una parte delle figure sono potenzialmente atte a lavorale da remoto.
Pensiamo agli operatori che hanno a che fare con clienti o fornitori, oppure quelli che gestiscono l'infrastruttura informatica; pensiamo a quelle società il cui business esce dai confini nazionali e si svolge regolarmente con partner distribuiti in tutto il mondo.
A volte farebbe comodo ad entrambe le parti (azienda e lavoratore) accordarsi per garantire ai clienti una copertura commerciale o assistenziale che vada oltre i normali orari di apertura.
In Italia si preferisce attuare la soluzione più economica: omaggiare il dipendente di benefit come può essere uno splendido smartphone aziendale di ultima generazione, consegnato alla condizione (non sempre implicita) di lasciarlo acceso 7 giorni su 7, 24 ore su 24.
L'azienda successivamente dovrà semplicemente comunicare ai clienti il nuovo recapito telefonico; contestualmente eseguirà delle telefonate spot fuori dall'orario di lavoro per verificare che il dispositivo sia acceso e raggiungibile.
Se analizziamo questo comportamento, esso può considerarsi l'opposto dello smart working perchè invece di permettere al dipendente di condurre la propria vita familiare parallelamente agli impegni lavorativi, è un tentativo dell'azienda di insediarsi anche nella vita privata.


Quali sono gli strumenti che permettono a qualsiasi azienda il lavoro remoto?