Si parla sempre più spesso di smart working; vediamo di capire di cosa si tratta.
Cos'è lo smart working
Quando sentiamo parlare di smart working, ci immaginiamo una persona che lavora da casa comodamente sdraiata sul divano;
in pigiama risponde al telefono, legge le email, esegue operazioni gestionali dal pc portatile o addirittura dallo smartphone. Tra un'operazione e l'altra sbriga le faccende di casa riuscendo a percepire lo stipendio pieno.
Senza doversi obbligatoriamente alzare all'alba tutte le mattine per mettersi in coda in auto per recarsi a sopportare il collega prepotente o il superiore lunatico.
Forse in origine era così.
Se inizialmente lo smart working doveva permettere ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni di svolgere l'attività lavorativa e contemporaneamente adempiere ai doveri familiari, oggi, lo smart working nelle aziende vuol dire tutt'altro.
Smart working o telelavoro?
In molti casi sarebbe più corretto parlare di telelavoro, ovvero lo svolgimento della normale attività lavorativa da postazioni remote, tipo da casa tramite l'utilizzo di attrezzature e software specifici.
Ad esempio se la persona in sede svolge il suo lavoro al computer, farà lo stesso utilizzando il computer a casa.
L'attività lavorativa avverrà nel normale orario di lavoro e dovrà essere equivalente al lavoro svolto in azienda.
Scadute le ore lavorative il dipendente è libero di scollegare i dispositivi e dedicarsi ad altro.
Smart working o telelavoro hanno in comune gli strumenti di lavoro: computer, tablet o smartphone devono disporre di una connessione in grado di permettere l'esecuzione di applicazioni remote o teleconferenze.
Oltre alle normali telefonate, software per la comunicazione istantanea o differita (chat o email) permettono di intervenire tempestivamente e condividere messaggi e documenti.
Chi può svolgere lo smart working?
Che si tratti di società di servizi oppure aziende di produzione, tutte o una parte delle figure sono potenzialmente atte a lavorale da remoto.
Pensiamo agli operatori che hanno a che fare con clienti o fornitori, oppure quelli che gestiscono l'infrastruttura informatica; pensiamo a quelle società il cui business esce dai confini nazionali e si svolge regolarmente con partner distribuiti in tutto il mondo.
A volte farebbe comodo ad entrambe le parti (azienda e lavoratore) accordarsi per garantire ai clienti una copertura commerciale o assistenziale che vada oltre i normali orari di apertura.
In Italia si preferisce attuare la soluzione più economica: omaggiare il dipendente di benefit come può essere uno splendido smartphone aziendale di ultima generazione, consegnato alla condizione (non sempre implicita) di lasciarlo acceso 7 giorni su 7, 24 ore su 24.
L'azienda successivamente dovrà semplicemente comunicare ai clienti il nuovo recapito telefonico; contestualmente eseguirà delle telefonate spot fuori dall'orario di lavoro per verificare che il dispositivo sia acceso e raggiungibile.
Se analizziamo questo comportamento, esso può considerarsi l'opposto dello smart working perchè invece di permettere al dipendente di condurre la propria vita familiare parallelamente agli impegni lavorativi, è un tentativo dell'azienda di insediarsi anche nella vita privata.
Quali sono gli strumenti che permettono a qualsiasi azienda il lavoro remoto?